POSTA (RI)


Posta fu fondata sullo scorcio del Duecento subito dopo la distruzione del castello di Machilone, occupato da una potente consorteria di nobili; le sue rovine sono ancora ben visibili in località La Rocchetta, al confine con il comune di Borbona, ad oltre 800 metri di quota.

Durante il periodo angioino, l’abitato di Posta fu uno degli insediamenti che furono ristrutturati a difesa della frontiera settentrionale del Regno di Napoli.

La Salaria Romana

Nel territorio del comune di Posta imponenti sono i resti del tratto della via Salaria costruita in età romana.

Molta parte del fondo in pietra e delle opere d'arte sono andate distrutte o si sono interrate in epoche più o meno recenti, tanto ad opera dell'uomo, quanto ad opera di eventi naturali.

I resti più imponenti sono a monte di Antrodoco e prima di Posta, in uno dei tratti più angusti della valle del Velino.

Per costruire la sede stradale furono operati grandi tagli nelle pareti rocciose a strapiombo sul fiume Velino. Tra le più imponenti è la tagliata effettuata in località Masso dell'Orso, una quarantina di metri più in alto dell'attuale sede stradale.

Qui la roccia è stata tagliata per una lunghezza di circa 21 metri e per un'altezza di 30, mentre a valle del taglio la sede stradale fu ricavata, oltre che con il taglio della roccia, anche con una sostruzione.

Al centro della tagliata vi era l'alloggiamento per una grande lapide di cui ancor oggi si vedono i fori per le grappe che dovevano servire ad appenderla: la lapide doveva ricordare il curatore dell'opera, ma la stessa andò poi dispersa nel tempo.

Nella stessa zona fu rinvenuto il LXIX migliario della Salaria, datato 9 a.C., in epoca augustea quindi, che è stato poi risistemato in un alloggiamento scavato nella roccia all'altezza dell'attuale piano stradale, dove è ancor oggi conservato.

Molte altre tagliate sono visibili lungo la strada: così imponenti che, a livello di credenza popolare, si è ritenuto che il lavoro fosse stato compiuto in una notte con arte diabolica da Cecco D'Ascoli, ben noto medico, astrologo ed erudito trecentesco, arso vivo per negromanzia nel 1372.

Altri invece vogliono che le tagliate siano state compiute dal conte palatino Orlando, ed infatti nello strambotto a lui dedicato viene individuata in una incavatura della roccia l'orma del suo piede.