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Green Pass, le ragioni di chi è pro e di chi è contro

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Epidemie e pandemie nella storia

Il Green Pass è ormai entrato a far parte della nostra normalità e, in modi diversi, viene utilizzato anche in altri Paesi anche se la certificazione verde non equivale alla vaccinazione: viene infatti rilasciata a tre categorie di soggetti: chi si è vaccinato contro il Covid-19, chi ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico, chi è guarito dal Covid-19. 

La tematica che divide maggiormente l’opinione pubblica riguarda le ragioni dei favorevoli al Green Pass e di chi è contrario.

Cosa sostengono i favorevoli al Green Pass?

I favorevoli sostengono che è lo strumento che potrà finalmente riportarci alla normalità.
Uno strumento che, riducendo le probabilità di contagio, rende molta più sicura la circolazione e permette di far risollevare qui settori produttivi messi economicamente in ginocchio dalla pandemia come quello della ristorazione o quello dello spettacolo.
Dall’altro lato, per molti rappresenta l’alternativa per evitare di ritornare alle chiusure ricorrenti, alle sale di terapia intensiva piene all’interno degli ospedali o alle migliaia di vittime che aumentavano di ora in ora raggiungendo numeri altissimi.

Ii favorevoli sostengono che i vaccini sono da considerarsi come la strada maestra per tornare alla situazione pre-covid anche perché quest’ultimi, stando agli studi scientifici compiuti, funzionano e tutelano in altissima percentuale la salute di chi li ha assunti.

L’obiettivo finale per il ritorno alla normalità è quello di raggiungere l’immunità di massa.

Inoltre i favorevoli sostengono che effettivamente nella nostra Costituzione la salute non è tutelata solo come diritto fondamentale del singolo, ma anche come interesse della collettività. Questo consente l’imposizione di un trattamento sanitario se ha l’obiettivo “non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri” così come ha stabilito la Corte costituzionale nel 2018. D’altro lato bisogna sottolineare come la Costituzione stessa consente di introdurre limiti alla libertà di circolazione proprio per motivi di sanità.

Cosa sostengono i contrari al Green Pass?

I contrari al Green Pass, in linea di massima, non sono sempre contrari alla vaccinazione anche perché la certificazione verde può essere ottenuta non solo attraverso il vaccino, ma anche attraverso il tampone, che tuttavia avrebbe un costo molto oneroso se sia da ripetere 2/3 volte alla settimana per poter ottenere il Green Pass al fine di accedere al luogo di lavoro.
Quindi, nella maggior parte dei casi, si è contrari allo strumento in sé che avrebbe l’unico obiettivo di “rendere la vita difficile ai non vaccinati”.

Alcuni, inoltre, trovano delle incoerenze nella norma e fanno notare come la certificazione verde sia obbligatoria nei luoghi di lavoro, ma non serva, ad esempio, per andare a fare la spesa al supermercato. Altri pensano che alcune categorie di lavoratori, sia vaccinati che non vaccinati, con mascherina e guanti monouso potrebbero svolgere il loro impiego nella stessa maniera. C'è, inoltre, chi ravvisa che il Green Pass non può dar certezza che un suo titolare non possa essere portatore o ricettore di contagio, e che i vaccini danno una immunità parziale stimata tra l'80 e il 90% a seconda dell'età e di altre condizioni personali.

Inoltre c'è chi ravvede nell'obbligo di Green Pass una misura "discriminatoria" nei confronti dei non vaccinati.
Nell’appello dei No Green Pass si denunciava la “natura discriminatoria del Green Passnei confronti di una minoranza e, soprattutto, l’estensione “dell’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico”. Proprio in questo appello si ribadiva di essere a favore della vaccinazione, ma si chiedeva di preservare la “libertà di scelta di tutti e favorire l’inclusione paritaria in ogni sua forma” e di avviare “un serio dibattito politico, nella società e nel mondo accademico tutto [...] per evitare ogni penalizzazione di specifiche categorie di persone in base alle loro scelte personali e ai loro convincimenti”.

Parafrasando Manzoni: "questo Green Pass s'ha da fare o non s'ha da fare?". Ai posteri l'ardua sentenza