Tema
Riflessioni sulla Guerra Russia - Ucraina

- 2 -


A scuola si studiano la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, gli ultimi conflitti che hanno sconvolto l’Europa.

Un altro scontro, vicino ai nostri confini, si è consumato nei Balcani (in particolare in Serbia, Bosnia, Croazia e Kosovo) nei primi anni Novanta.

Da allora non si sentiva più parlare di una guerra così vicina a noi come in questi giorni in cui c’è una crisi alle porte dell’Europa, in Ucraina.

Ma cosa sta succedendo in questo Stato al confine con la Russia, la Bielorussia, la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania e la Moldavia? Perché c’è in atto una guerra tra la Russia e l’Ucraina? Cosa vuole il presidente russo Vladimir Putin? Cosa potrà accadere?

L’Ucraina è uno dei maggiori produttori di grano del mondo, nonché il Paese da dove vengono molte delle donne che si occupano dei nostri nonni.

Forse avete sentito parlare di questo luogo proprio perché avete in casa una di queste persone.

In realtà la maggior parte delle badanti viene da una sola città dell’Ucraina: Leopoli.

Altro motivo per cui, in passato, si è parlato di Ucraina è il disastro alla centrale nucleare di Černobyl', una località a circa cento chilometri a nord di Kiev, la capitale del Paese: quell’incidente avvenuto nella notte del 26 aprile 1986, provocò e continua a provocare, a causa della diffusione della nube tossica, gravi malattie nella popolazione.

Kiev dista poco meno di tre ore da Milano.

La capitale, è una città molto ricca, con molti negozi di lusso, un bellissimo centro storico, tantissimi giovani che studiano e che si divertono nei tanti locali alla moda che esistono.

Fuori dalla capitale si vive ancora come se fossimo negli anni Cinquanta in Italia: ci sono villaggi di agricoltori con case che hanno un bagno all’esterno; macchine vecchie e molti orfanatrofi. L'Ucraina è divisa in 24 regioni e una repubblica autonoma: la Crimea.

Tra queste regioni c’è il Donbass, la zona di cui si parla in queste settimane.

Cos'è il Donbass?

Il Donbass – che significa "bacino del Donec" – è un'area dell'Ucraina orientale suddivisa in tre regioni: quella di Donetsk, che è la città principale; quella di Luhansk e quella di Dnipropetrovsk.

Da qui, Kiev è distante 700 chilometri. In questa zona tutto, o quasi, è a predominanza russa: dalla lingua alla chiesa.

Nel Donbass ci sono cinque milioni di persone e un milione ha il passaporto russo.

Nelle regioni di Luhansk e Donetsk, vivono in maggioranza persone che si sentono separate dall’Ucraina, infatti si definiscono “separatisti”.

Lì, parlano la lingua russa e guardano il campionato di calcio russo. A scuola si studia la versione sovietica della storia. In televisione i canali trasmettono programmi in lingua russa.

L’Ucraina è una sterminata pianura solcata da grandi fiumi (il Dnepr, il Donec, il Dnestr) dove grazie a questa mancanza di confini naturali (le montagne) ci sono state da sempre invasioni di diversi popoli.

Dal 1919 fino al 1960, l’Ucraina, faceva parte dell’Unione Sovietica.

C’è una data da non dimenticare nella storia dell’Ucraina ed è forse il principio del conflitto tra Russia e Ucraina: tra il 1932 e il 1933, milioni di ucraini morirono di fame.

Stalin, il capo dell’Unione Sovietica, decise di prendere tutte le terre: i contadini non ricevettero più uno stipendio ma una quota dei beni prodotti.

Molti si opposero a questa decisione e vennero ammazzati: chiunque fosse stato trovato a nascondere qualcosa da mangiare, anche solo delle bucce di patata, sarebbe stato fucilato.

Altri morirono di fame.

Ancora oggi questa tragedia è una delle ragioni del risentimento degli ucraini verso i russi.

Nel Donbass furono realizzati grandi insediamenti siderurgici che hanno attratto la popolazione russa.

Gran parte della popolazione del Donbass non ha mai nascosto una certa insofferenza verso Kiev, ritenendo che dal 1991 (anno in cui l'Ucraina dichiarò l'indipendenza dall'Urss) le condizioni di vita siano peggiorate.

Una guerra iniziata nel 2014 anni fa

Non è vero che la guerra è iniziata ora.

Semmai si può dire che ha raggiunto il punto più grave in queste settimane ma è dal 2014 che nella regione del Donbass c’è un conflitto in corso.

Nel 2014, a Kiev, c’è stata una rivolta contro il presidente Janukovyč, amico dei russi.

La popolazione fece una battaglia per chiedere l’adesione all’Unione Europea con manifestazioni nella piazza Maidan.

Si crearono degli scontri, ci furono dei morti e il presidente venne cacciato.

A quel punto la Russia, per rispondere a questa iniziativa, si prese la penisola della Crimea, nel sud dell'Ucraina.

Da quel momento è partita la mobilitazione anche del Donbass: gruppi militari delle regioni di Lugansk e Donetsk sono riusciti in breve tempo a prendere il controllo di parte della regione, grazie all'appoggio occulto di Putin che ha fornito denaro e armi.

Così è stata proclamata la nascita della Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk che sono indipendenti dall’Ucraina.

Dopo 13mila morti, città abbandonate e migliaia di civili in fuga, gli scontri si sono fermati – almeno ufficialmente – con gli accordi di Minsk, siglati nel 2015 da Russia e Ucraina.

Gli accordi prevedevano il ritorno delle regioni ribelli all'Ucraina, in cambio di maggiore autonomia. Ma non sono mai stati rispettati veramente tant’è che ora il conflitto è riesploso.

A fine febbraio Putin ha riconosciuto, senza accordi con nessuno la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Luhansk come russe e ha già fatto entrare i carri armati su quei territori.

Di fatto, però, si tratta di una vera e propria invasione, perché quelle due aree sono a tutti gli effetti dell’ Ucraina. In questo modo gli accordi di Minsk sono saltati.

A tentare di mettere d’accordo Putin e l’Ucraina ci sta provando la “diplomazia” cioè gli incontri dei diversi capi di Stato che provano a fare una trattativa, un patto.