BOMARZO (VT)

Bomarzo si estende su uno degli ultimi speroni rocciosi (peperino) protesi verso la valle del Tevere e originati dalle colate laviche dell’apparato vulcanico cimino.


I banchi di roccia lavica sono, in queste estreme propaggini, di esiguo spessore e sovrastano estesi piani di argille che le mute voli vicende meteoriche disgregano continuamente.

Il disfacimento delle argille provoca il crollo a valle di enormi ed informi blocchi.

Questi blocchi che costellano le pendici dei pianori sono state variamente utilizzati dall’uomo fin dalla preistoria.

Il fenomeno si è accentuato nel periodo etrusco, romano e medioevale quando li si è utilizzati per gli usi più svariati e diversi attinenti alla vita sociale, l’economia, la religione e l’arte come è ben documentato nella contigua selva di Malano.

Questo uso, ancor oggi valido, ha avuto il suo apogeo nella realizzazione cinquecentesca del Parco dei Mostri: sfruttamento artistico e fantastico dei blocchi di peperino voluto dal Principe Pier Vicino Orsini.

Proprio nelle immediate vicinanze del parco, molti grandi massi mostrano utilizzazioni per scopi funerari con tombe e fossa antropomorfa, arcosoli e nicchie destinate a raccogliere e custodire olle cinerarie ed inumazioni.

Nonostante i molti ritrovamenti archeologici sul territorio bomarzese dagli inizi dell'Ottocento ad oggi, le origini dei suoi primi abitanti rimangono sconosciute.

Alcuni indicano il popolo asiatico dei Meoni, altri i misteriosi Rinaldoniani.

Il fatto è che il territorio fu intensamente popolato sia dagli Etruschi che dai Romani, che lo conquistarono intorno al V secolo a. C. e ne ascrissero la popolazione alla Tribù Arniense.

A testimonianza di quei tempi restano ancor oggi molte prove tangibili nell'area bomarzese: la Piramide Etrusca, le tagliata e le necropoli, i ruderi di un acquedotto romano, le fornaci dei Volumni.

Venne adibita a Sede Vescovile nei primi secoli del Cristianesimo.

Appartenne poi al Granducato Romano e poi al governo Greco sino al 730.

Contesa tra Longobardi e Pontefici, fu ammessa alla Chiesa dopo la vittoria dei Franchi.

Da visitare:

IL PALAZZO ORSINI:
complesso architettonico del '500 che ospita il Municipio( con affreschi della scuola di Pietro da Cortona)

LA PARROCCHIALE: del secolo XVI

All’interno del paese s’innalza un campanile la cui zona basamentale è molto ben conservata.

La sua indiscutibile robustezza per le poderose pietre ben squadrate che lo compongono e la cornice classica che lo delimita nella parte superiore hanno fatto supporre la sopravvivenza d’un antico monumento funebre di epoca romana.

Tesi che veniva avvalorata dall’inclusione di frammenti antichi reperiti nel territorio, ma specialmente da un rilievo funerario marmoreo raffigurante tre personaggi: marito, moglie e figlio.

IL PARCO DEI MOSTRI

detto anche Bosco Sacro è un complesso monumentale tra i più belli del Lazio.

E' a terrazze degradanti verso il fondovalle dove, tra fitta vegetazione, si trovano delle grandi sculture che rappresentano animali fantastici.

Venne costruito dalla Famiglia Orsini nel 1564.

all' interno si possono ammirare:

- IL TEMPIETTO (dedicato a Giulia Farnese)

- la platea dei vasi (dove si trovano i più celebri mostri: ORCO - DRAGO - ELEFANTE DA BATTAGLIA - CAVALLO ALATO) e, a fondo valle, il NETTUNO con antistante una FIGURA FEMMINILE CON VASO.

- Si entra poi in una CASETTA PENDENTE e si passa ad un NINFEO a emiciclo, al cui termine è una grande fontana sormontata da PEGASO ALATO.

- Nel folto della vegetazione, in prossimità di una cascatella si incontra una TARTARUGA che sorregge una figura femminile e poi poco più in là le fauci spalancate di un MOSTRO che sorge dall'Averno.

- La passeggiata si conclude con un GIGANTE ed un MASCHERONE che sorregge un globo ed un castello.