LABRO (RI)


Incerta è l'origine del nome del paese: secondo alcuni sarebbe una derivazione del termine latino aper, aprum, ovvero cinghiale, animale che compare anche nello stemma del paese; secondo altri, deriverebbe invece da lavabrum, che in latino significa vasca, bacino e che farebbe riferimento al sottostante Lago di Piediluco, un tempo assai più esteso, sul cui bordo si trovava probabilmente il paese nell'antichità.

Le prime notizie riguardanti la contrada e il castello di Labro, fatto costruire dai Nobili a somiglianza della Rocca di Spoleto, risalgono al X secolo d.C.; dal 956 inizia la storia feudale del paese, quando Aldobrandino De' Nobili fu investito dall'imperatore germanico Ottone I del titolo di Signore di Labro e di altri 12 castelli situati tra il Ducato Spoletino ed il Contado di Rieti.

Nel periodo medioevale Labro combatté numerose guerre contro i castelli vicini; particolarmente cruente furono le dispute con la Rocca di Luco, che portarono la famiglia De' Nobili a perdere la signoria di Labro e la parte superiore del paese, comprendente tra l'altro un'altissima torre da cui era possibile controllare tutto il Centro Italia. Ai De' Nobili rimase soltanto la cinta muraria del castello, che servì come base per l'edificazione, nel corso del XVI secolo, di un palazzo tuttora esistente, di proprietà della famiglia Nobili Vitelleschi. Le restanti parti del castello furono demolite o modificate, ma il resto del paese è giunto fino ai nostri giorni praticamente immutato, con le porte antiche, gli edifici tuttora abitati e le viuzze ancora animate: una sorta di museo vivente della storia medioevale, ricco di testimonianze e di scorci suggestivi.

Particolarmente interessanti sono gli elementi architettonici e decorativi che abbelliscono gli esterni di molte abitazioni del paese: sulla via Garibaldi si aprono splendide finestre cinquecentesche, architravi decorati ed un portale a sesto acuto della fine del Trecento, mentre sulla via Vittorio Emanuele si offrono al visitatore una bella finestra guelfa ed una grande porta tardo-rinascimentale con bugnato a rilievo. La sfida che si presenta agli amministratori attuali di Labro è quella di valorizzare turisticamente questo gioiello di conservazione architettonica e paesaggistica tramite la creazione di strutture ricettive, di supporti culturali e di itinerari integrati con il territorio circostante.

Palazzo Nobili Vitelleschi
Caratteristico soprattutto per i suoi giardini a terrazza attraversati da una bella scalea doppia ed il cortile in pietra grigia.
Orario: mesi invernali ore 10.00 - 12.00 / 15.00 - 18.00; mesi estivi ore 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00

Chiesa Parrocchiale di S. Maria
Occupa lo spazio della sala d'armi della fortezza feudale ormai scomparsa. Nella prima cappella a sinistra è possibile ammirare una transenna in legno, splendido esempio di alto artigianato rinascimentale, interamente decorata con rosoncini e trifogli; dietro questa transenna si trova un fonte battesimale quattrocentesco ed un notevole affresco di scuola umbra raffigurante l'Annunciazione a Maria risalente al XVI secolo. Da questo edificio si accede, attraverso una scala, alla Cappella del Rosario, struttura a sé stante notevolmente più antica della precedente, con portale realizzato in epoca successiva (1494) e decorato, negli stipiti, con figure di rettili e scorpioni a rilievo.

Le Tre Porte
Edificio che segna l'ingresso al centro abitato, sito nel punto in cui confluiscono le tre strade principali che percorrono l'intero perimetro del paese.