MORICONE (RM)


Il toponimo deriva da monte Morrecone, sulla cui cima venne edificato il primo nucleo del castello. L’insediamento umano del territorio è documentato fin dall’età preistorica da consistenti resti di antiche mura rinvenuti sulle pendici del monte Matano, chiamati dai pastori del luogo Maceroni e attribuiti, secondo l’opinione prevalente, a quei primitivi insediamenti che vanno sotto il nome di castellieri.

Ai piedi del monte, nelle vicinanze di una costruzione agricola nota con il nome di Casale d’Onofrio, vennero alla luce, durante i lavori di bonifica agraria, alcune tombe che per le loro caratteristiche vengono fatte risalire al II millennio a. C. In una di esse, scoperta dal proprietario del fondo mentre metteva a dimora una pianta d’olivo furono rinvenuti quattro scheletri appartenenti ad individui di età diversa. Dalla forma della tomba, quadrata, scavata nella roccia, e dalla posizione degli scheletri rannicchiati e seduti, gli archeologi hanno ritenuto potesse trattarsi di una tomba dei Castellieri.

Alcuni studiosi sostengono che Moricone sia sorta sul luogo dell’antica Orvinium ricordata dallo storico Dionis. Secondo altri sorgerebbe invece sul sito di Regillum che con Cures ed Eretum era una delle tre città sabine citate da numerosi autori. Un’ulteriore teoria, elaborat sulla base degli scritti di Tito Livio, localizzerebbe nell’attuale territorio di Moricone l’antica Antemnae una delle trenta colonie fondate dai latini in terra sabina.

Recenti studi in merito avvalorano la tesi della fondazione sulle rovine dell’antica Regillum, antica patria della Gens Claudia, nella località di Colli Arioni, nota agli archeologi col nome di Pedicati.

L’invasione dei barbari, che dilagarono in tutta Italia, non risparmiò neanche la Sabina segnando nel 595 la definitiva scomparsa di Regillo e della vicina città di Cures.

In epoca medievale, la prima fonte relativa al paese risale al 1272. Secondo quanto riporta il documento, conservato nell’Archivio di Santo Spirito in Sassia, i De Palumbaria (ovvero i conti di Palombara), potente famiglia la cui influenza si estendeva a molti castelli della Sabina, possedeva un fortilizio edificato sul monte Morecone..

Successivamente Moricone passò ai Savelli che furono signori incontrastati del territorio per lunghi secoli.

Il dominio dei Savelli subì una pausa nel 1501, quando, da Alessandro VI (1492-1503), furono confiscati loro i beni in favore di Giulio Orsini. La potente famiglia romana rientrò in possesso del feudo, conservandone la proprietà fino al 1619 anno in cui Oddone, trovandosi in gravi difficoltà economiche, fu costretto a venderla.

L’acquirente fu il principe Marcantonio Borghese, nipote del pontefice Paolo V, che trasformò letteralmente l’assetto del paese.

Si devono infatti ai Borghese la costruzione del Palazzo baronale, la realizzazione dell’acquedotto che portò l’acqua alle sorgenti di Casoli e la creazione di alcune mole per il grano e per l’olio.

Nel 1871, in seguito al matrimonio celebrato fra Giulio Borghese e Anna Maria Torlonia, ai Borghese subentrarono i Torlonia che amministrarono i beni di Moricone fino a pochi decenni fa, quando per eredità, i possedimenti, passarono agli Sforza Cesarini. In epoca recente tutto il territorio è stato venduto o lottizzato fra gli abitanti del luogo.