POGGIO CATINO (RI)


Poggio Catino è situato sul versante preappenninico dei Monti Sabini, sulla riva sinistra del Tevere, in posizione pressoché equidistante da Rieti, Roma e Terni. Poggio Catino e Catino sono due centri urbani poco distanti tra loro, a circa 385 metri di altitudine e costituenti lo stesso Comune. Hanno alle spalle un territorio boscoso nel quale s'inerpica una strada che conduce a Rieti, attraversando il torrente Calantino che scorre in una gola profonda tra le rovine di due Castelli, situati sulla cima di picchi rocciosi: il Tancia sul lato settentrionale ed il Fatucchio su quello meridionale. Due vette sul crinale: Monte Pizzuto e Monte Tancia.

Non esistono riferimenti storici che consentano di datare con esattezza l'origine di questi due centri; è solo certo che Catino sia sorto prima di Poggio Catino, nel periodo iniziale della dominazione longobarda, tra il 650 ed il 700. Poggio Catino è in effetti un insediamento satellitare; data l'impossibilità per Catino di ampliarsi, poiché costruito sulla spalla rocciosa di una dolina, verticale su un lato e a forte acclivio sul lato opposto, venne costruito un nuovo Castello a pochissima distanza, sull'altura di un poggio (Moricone), in posizione strategica altrettanto felice. Questo "sdoppiamento" avvenne tra il 1060 ed il 1100.

La storia di questi insediamenti incastellati, derivanti dalla necessità di controllo decentrato del territorio da parte dei Longobardi, si evolve parallelamente a quella dell'Abbazia di Farfa, che svolgeva all'epoca un ruolo politico di aggregazione e riferimento sul piano economico, sociale e religioso. Durante il periodo di dominazione saracena dell'Abbazia (898 d.C.), alcuni ladruncoli penetrarono al suo interno approfittando della loro momentanea assenza, provocando un incendio che distrusse il complesso monastico: questi ladruncoli erano di Catino. E' questo il primo episodio storico documentato dell'esistenza di Catino.

Altro riferimento storico è la ricostruzione della Cappella di S. Pietro di Catino per opera dell'Abate Giovanni III (966-997), documentata nei registri farfensi. La Chiesa di S. Pietro era verosimilmente ubicata sul Colle di Fontegrotti, nei pressi della Villa di Osterno. In questa località sono stati rinvenuti, anche recentemente, resti di antiche costruzioni. La Sabina, in età longobarda, era parte del territorio di Rieti che, a sua volta, faceva parte del Ducato di Spoleto.

Intorno al 781, Carlo Magno restituisce il territorio della Bassa Sabina al Papa Adriano I, in cambio della sua rinuncia al Ducato di Spoleto, che in precedenza si era consegnato al Papa stesso. Catino fu sotto il dominio del Ducato di Spoleto fino a circa l'anno Mille: nel 1198 il Ducato passò sotto il governo diretto di Papa Innocenzo III, quando Catino aveva già assunto una struttura politica di tipo oligarchico, per assumere di lì a breve la forma di Comune. Nel frattempo era già sorto Poggio Catino. Il periodo seguente fu segnato da grande disordine politico e da lotte fra i castelli che l'Abbazia di Farfa non riuscì a tenere sotto adeguato controllo; fu un intervento diretto della Santa Sede a ristabilire l'ordine e a trasformare Catino e Poggio Catino in Baronia. Successive lotte dinastiche condussero i due castelli sotto l'egida degli Orsini, dei Savelli, dei Capizucchi e degli Olgiati (1614); a questi ultimi si devono alcune importanti migliorie del territorio, quali il collegamento stradale con la vecchia Salaria, il restauro del Palazzo di Poggio Catino (che divenne Sede Baronale), la costruzione di un prezioso acquedotto e l'edificazione della Chiesa di S. Nicola di Bari sui resti della vecchia chiesa ormai in rovina.

Chiesa di S. Maria dei Nobili e Terme di Silla
Già esistente alla fine del X secolo, sorse probabilmente sui resti di una Villa romana a cui erano collegate le cosiddette Terme di Silla; nessun riferimento plausibile può far desumere che la villa e le terme appartenessero effettivamente a Silla, ma il rinvenimento dei resti di un acquedotto sotterraneo conferma l'esistenza di una struttura termale romana. Nel 1779 la chiesa fu interamente ricostruita intorno alla Cappella, al cui interno è tuttora visibile, sulla parete di fondo, un affresco raffigurante l'icona di Santa Maria dei Nobili, databile intorno al Mille ed anch'esso restaurato nel '700.

Chiesa di S. Agostino
Probabilmente risalente al X secolo, comprendeva all'epoca anche un piccolo convento. Malgrado le numerose trasformazioni subite nel corso dei secoli, conserva ancora alcune tracce dei primitivi affreschi. Il 28 AGO di ogni anno vi si celebra la festa di S. Agostino.

Chiesa di S. Nicola di Bari
Nel posto dove sorgeva la vecchia chiesa il Marchese Settimio Olgiati eresse dalle fondamenta il nuovo Tempio, costituito dalla navata centrale e da due navate laterali con il soffitto a volta, nel 1621. Al suo interno, sull'Altare di S. Elena, è conservata in buono stato una tela cinquecentesca di scuola umbro-romana.