SUBIACO (RM)

Subiaco, immersa nel Parco Naturale dei Monti Simbruini, è il centro più conosciuto ed importante della Valle dell'Aniene.

Trae il suo nome da Sublacueum o Sublaquem che vuol dire sotto i laghi, definizione attribuita da Tacito alla Villa di Nerone, e che poi passò ad indicare tutta la zona.

Infatti l'imperatore si fece costruire in questa zona una sontuosa Villa (oggi quasi completamente scomparsa) e vi fece creare dei laghetti artificiali sbarrando l'aniene.

La tradizione racconta che gli schiavi impiegati nei lavori di costruzione di questa villa diedero poi origine alla città. Sembra che Nerone vi rimase fino al 60 circa.

Altro avvenimento, che ha reso celebre Subiaco nella storia, è la venuta nel VI secolo di Benedetto da Norcia, che ivi costruì la "Regola" dell'ordine benedettino e fondò dodici monasteri.

Per un lungo periodo della storia di Subiaco non sono rimaste tracce, poi la città ebbe di nuovo splendore nel X-XI secolo quando per la sua potenza economica divenne un feudo assai ambito.

Le continue lotte delle famiglie feudali Colonna, Borghese e Barberini, portarono però ad un periodo di decadenza, dal quale Subiaco risorse solo nel 1753 quando papa Benedetto XIV separò il potere temporale della Commenda (trasferendolo alla sacra Consulta) da quello spirituale.

L'Abbazia entrava così a far parte dello Stato Pontificio.

Si ricorda inoltre che dal 1964 il Papa Paolo VI ha proclamato San Benedetto "patrono universale dell'intera Europa".

Da allora prese avvio la Fiaccolata benedettina riproposta anno dopo anno dalle città di Norcia, Subiaco, Cassino, e ultimamente anche da Cervara di Roma e Roiate.

San Benedetto e Santa Scolastica

Visitabile con un monaco, si consiglia di telefonare. Orari 9.30-12.30-15.00-18.00

La fama e la gloria di quella che e' chiamata la Valle Santa sono legate alla fede e all'operosita' di San Benedetto ed ai due celebri monasteri.

Il primo che incontra e' quello di S. Scolastica con il campanile romanico, i tre superbi chiostri (uno a gradino, uno gotico "flamboyant", il terzo con colonne dai bellissimi capitelli, capolavoro duecentesco dei Cosmati) e la ricchissima Biblioteca.

Ricordiamo che ebbe un periodo di grande splendore tra il sec. XI e il XIII e che nel 1460 i Tedeschi Pannartz e Sweynheym vi impiantarono la prima tipografia italiana.

Poco oltre, vi e' quello di S. Benedetto, preceduto dal Bosco Sacro, appoggiato a una rupe a strapiombo.

Le due chiese Superiore e Inferiore, sovrapposte e ricavate nella roccia, il complesso stesso del monastero, gli affreschi trecenteschi e quattrocenteschi, i dipinti, le sculture, la mistica grotta del Sacro Speco, dove visse in penitenza S. Benedetto, meritano una sosta lunga e partecipe.

COSA VEDERE

La Rocca, Ponte di S.Antonio