VETRALLA (VT)

Situata su un colle, nei pressi dei Monti Cimini, domina austera la valle sottostante offrendone una splendida visione panoramica.

Pregevole il borgo medievale, così meravigliosamente conservato: percorrendo gli angusti vicoli ci si può calare nella stessa atmosfera di allora, circondati da nobili palazzi e angoli caratteristici.

Abitata dagli Etruschi e dai Romani subì, come altri paesi, molteplici invasioni e saccheggi, favoriti dalla vicinanza con la Via Cassia.

Per questo, a ridosso del Medioevo, venne realizzata un'imponente cinta muraria, proprio con lo scopo di scoraggiare eventuali attacchi.

L'immane opera non spaventò però la potente Viterbo, che voleva a tutti i costi impadronirsi di una vasta distesa boschiva donata a Vetralla da Innocenzo III nel 1206.

Viterbo fu però sconfitta, e ancora oggi viene commemorata quella vittoria con una festa, lo "Sposalizio dell'Albero", durante la quale il Sindaco della città sposa un albero su Monte Fogliano.

Nei secoli Vetralla fu soggetta a diversi signori locali, come gli Orsini, i Di Vico, gli Anguillara e i Farnese.

Ai Di Vico si deve ad esempio la costruzione del Castello, nel quale il figlio Giacomo venne catturato per essere poi decapitato a Soriano, e il cui sarcofago è ancora conservato nella chiesa di San Francesco.

Tra un feudatario e l'altro Vetralla fu per alcuni anni assoggettata alla Camera Apostolica, ma ebbe con lo Stato Pontificio alcune controversie.

Non si rassegnò mai, infatti, ad accettare le stravaganti richieste di alcuni prelati che vantavano il diritto dello "Ius Primae Noctis", una strana legge che avrebbe consentito loro di passare la prima notte di nozze con le giovani spose.

Fu così che, durante i vespri del 1493, l'alto prelato promotore della legge venne ucciso dai cittadini di Vetralla.  

I numerosi ritrovamenti avvenuti nelle sue immediate vicinanze fanno ritenere che l'antica Vetralla fosse in origine un Pagus villanoviano.

Tombe a fossa risalenti all' VIII e VI sec. a.. C. sono state infatti rinvenute a Cerracchio e Poggio Montano.

Le stesse località ospitano inoltre tombe etrusche a camera e a pozzetto. Nel periodo etrusco Vetralla era uno dei tanti insediamenti sparsi nella zona.

Nelle sue immediate vicinanze, oltre a Norchia, troviamo tracce di insediamenti in località Grotta Porcina ( VI secolo a. C.), Monte Panese e Valle Caiano.

Nel periodo romano il centro viene progressivamente abbandonato in favore del vicino Forum Cassii.

La stazione di posta lungo la Consolare Cassia si spopola nei secoli VII-VIII d. C. a seguito delle invasioni barbariche.

A questo periodo risale la nascita del nucleo originale dell'attuale Vetralla: un piccolo Castrum realizzato, per esigenze prettamente difensive, sullo sperone roccioso che si affaccia sulla valle di S. Antonio.

A seguito della Donazione di Sutri (728) Vetralla e il suo territorio entrano a far parte del Patrimonio di S. Pietro.

Data la sua posizione strategica sulla Consolare Cassia il centro fu oggetto di numerose invasioni e distruzioni.

Una di queste avvenne tra il 1110 e il 1134 ad opera dei Viterbesi. Ricostruito, nel 1145 ospito' Eugenio III che proprio da Vetralla bandì ufficialmente la Seconda Crociata.

Il feudo appartenne poi agli Orsini e dal 1345 ai Prefetti Di Vico, questi ultimi cacciati nel 1435 ad opera del Cardinale Vitelleschi.

Venne quindi assegnato agli Anguillara, al Cardinale Giovanni Borgia, a Lorenzo Cjbo (1529), e ad Alessandro Farnese (1534). Tornata nei possedimenti pontifici il 4 APR del 1783 Vetralla ottenne da Pio VI il titolo di "città".

Tra la fine del '700 e per tutto il secolo successivo Vetralla vide la presenza sul suo territorio di Francesi, Austriaci, Russi e Napoletani e fu in numerose occasioni coinvolta nelle vicende del Risorgimento italiano fino alla presa di Roma del 1870.

Grotta Porcina - (VII - III secolo a. C.)

E' situata lungo il percorso della Via Clodia nel punto in cui questa attraversa il Fosso Grignano tra i Comuni di Vetralla e Blera.

La suggestiva necropoli è costituita da numerose tombe a fossa, un imponente tumulo con ponte d'accesso alla sommità, un'immensa tomba a camera con soffitto a cassettoni e numerose tombe a camera semplici con trave centrale e deposizioni laterali.

Di particolare interesse è l'altare sacrificale di forma circolare scavato nel tufo a cui si accede da un passaggio pure ottenuto nel tufo.

L'altare è contornato da gradini destinati agli osservatori dei riti officiati. Le caratteristiche dell'intera struttura fanno supporre che si tratti del primo e più antico "teatro" d'Italia legato al culto funebre.

Sempre a Grotta Porcina sono inoltre presenti i resti di un piccolo tempio, semidistrutto da un incendio, in parte scavato nella parete tufacea e in parte realizzato con blocchi dello stesso materiale.

Necropoli del Cerracchio

Tombe a fossa, risalenti al VI e V secolo a. C., relative ad un insediamento rurale etrusco sorto sul luogo di un precedente sito villanoviano. (L'assetto della zona è attualmente sconvolto da una cava di tufi).

Forum Cassii

Stazione di Posta lungo la Consolare Cassia, le cui rovine si trovano a due chilometri dal centro in località S. Maria di Forcassi. Visi possono ammirare resti di mura e di pavimenti in opus reticulatum e di monumenti sepolcrali che si rifanno all'uso, proprio delle classi più agiate, di innalzare ai lati della strada le tombe dei defunti.

Chiesa di S. Francesco

Romanica (XI secolo), costruita sui resti di una precedente costruzione. Nell'interno, a tre navate, resti di pavimento cosmatesco e numerosi affreschi. La cripta, a sei navate divise da 27 colonne, risale probabilmente al VI- VII secolo.

Duomo
In stile classicheggiante fu iniziato nel 1711 da G. B. Contini. Custodisce numerose opere che vanno dal XII al XVIII secolo.

Chiesa di S. Maria in Forcassi

Risale probabilmente al IX secolo. All'interno numerosi affreschi (frammenti), databili al XV e XVI secolo.

Chiese di S. Filippo e Giacomo (XV sec.), S. Giuseppe (1718), S. Maria (1695)

Palazzo Comunale (con campanile a vela e orologio e la facciata disegnata dal Vignola).

Palazzo Franciosoni (della scuola del Vignola, presenta affreschi degli Zuccari).

Palazzo Piatti, Palazzo Vinci (o Brugiotti Carpegna, della scuola del Vignola).

Museo della città e del territorio

E' una struttura predisposta per ospitare mostre tematiche riguardanti i centri storici della Tuscia e le loro tradizioni, culturali e artigianali. Il museo è anche un valido centro di promozione e ricerca, oltre che di salvaguardia delle culture locali.