CARPEGNA (PU)

Adagiata sulla costa dell'omonimo Monte a 748mt s.l.m., immersa nel verde dei suoi faggeti, Carpegna è il centro di quel Montefeltro aspro e gentile che fu terra di santi e condottieri, di cupe leggende e di storia

DA VEDERE

Palazzo Carpegna

Al suo interno sono custoditi la biblioteca e gli antichi documenti della famiglia, oltre ad arredamenti d'epoca e ai quadri raffiguranti i protagonisti maschili e femminili della storia del paese.

Nell'ampio salone d'ingresso, comunicante con il giardino retrostante, cui si accede dalla scalinata a doppi bracci opposti in pietra arenaria, si svolgono nel mese d'agosto alcune manifestazioni.

Nelle scuderie del palazzo puoi visitare, nella settimana di ferragosto, la Mostra dell'Artigianato Artistico del Montefeltro, dove puoi trovare i prodotti gastronomici tipici, come miele, formaggi, funghi e tartufi, e le più belle produzioni dell'artigianato artistico locale. Le scuderie si trovano sotto il salone principale, al pianterreno, con accesso dal marciapiede della piazza.

In questo ambiente, oltre alle antiche stalle, puoi ammirare le cucine dai grandissimi forni a legna, i lavabi in pietra e perfino l'acqua corrente, ottenuta con un ingegnoso sistema di scavi e convogliamenti di una falda acquifera sotterranea ancora perfettamente attiva, che sbocca in un pozzo posto in fondo alle cucine stesse. Il troppopieno del pozzo va tuttora ad alimentare la fontana pubblica posta alla destra del palazzo, sul marciapiede della piazza, che dona ristoro agli assetati turisti estivi.

La vasca di questa fontana è costituita da un antico sepolcro ricavato da un monolito calcareo, venuto alla luce secoli addietro e tuttora non datato, che conteneva al suo interno il corpo di un misterioso e gigantesco guerriero con elmo e spada. Il coperchio, ricco d'antichi caratteri intagliati, è andato purtroppo perduto nel corso dei secoli.

Il Sasso Simone e Simoncello

Questi due enormi massi calcarei, il Sasso Simone e il suo vicino fratello, il Simoncello, dominano un paesaggio formato da fitte e misteriose foreste, pascoli e tormentati calanchi argillosi, dall'alto dei loro 1200 metri sul mare. Qui gli spazi sono liberi, la natura è selvaggia, il silenzio sacro.

Dei molti sentieri che conducono ai Sassi, ti consigliamo quello che, partendo dalla Cantoniera di Carpegna, si addentra nella foresta, offrendoti una passeggiata fresca e ristoratrice.

L'ambiente ospita piante e animali numerosi e rari, tanto da essere stato trasformato, nel 1994, in Parco Naturale, attrezzato con zone di sosta e luoghi di partenza e di arrivo per piacevoli escursioni all'interno dell'area protetta.

Il Sasso fu frequentato fin dall'età del bronzo, lo dimostrano i numerosi reperti rinvenuti sull'altopiano.

Intorno all'anno 1000, complice un periodo climatico particolarmente favorevole, vi fu costruita un'abbazia benedettina, San Michele al Sasso, sulle rovine di un precedente santuario Longobardo.

Costruita l'abbazia, accorrono i contadini a coltivare l'ampia spianata avuta in affitto dai monaci.

Purtroppo, la vivacità del luogo durerà poco: cessati i favori climatici, già nel 1200 i monaci sono costretti a rifugiarsi nel vicino Castello di S. Sisto per trascorrervi gli inverni che anno dopo anno si fanno sempre più ostili.

L'abbazia andrà via via perdendo importanza, e nel 1490 solo la chiesetta di San Michele Arcangelo era ancora in piedi, sebbene in rovina.

Il Sasso Simone riprende vitalità nel 1566 con la posa della prima pietra e la solenne cerimonia per la costruzione della "Città del Sole", un farneticante progetto voluto da Cosimo de' Medici per simboleggiare il potere centrale della casata.

Pieve di San Giovanni Battista

A poco più di due chilometri dal centro del paese e al confine con il comune di Frontino troviamo la Pieve Romanica di San Giovanni Battista.

Risalente al XII secolo, la chiesa conserva dello stile romanico la forma anche se le ristrutturazioni eseguite nel corso dei secoli hanno modificato profondamente l'aspetto originario.

Il mistero delle campane di San Nicolò

Carpegna ebbe un suo momento di celebrità nel 1970 per il misterioso fenomeno delle campane della chiesa di San Nicolò (XVII secolo) che inspiegabilmente suonavano pur rimanendo immobili.

Lo strano fenomeno, che attirò curiosi e studiosi, cessò nel 1971 e non si ripeté più.

Il suono delle campane è rimasto piuttosto oscuro nel suo svolgersi poiché ogni testimone riferiva il fenomeno in maniera differente, impedendo di chiarire lo svolgimento dei fatti.

La Chiesa ha rifiutato fin dall'inizio il riconoscimento di "miracolo" nel fenomeno, visto che non ha prodotto guarigioni inspiegabili o episodi simili.

La scienza, d'altra parte, non ha fornito alcuna spiegazione plausibile, né che si trattasse di uno scherzo, né che fosse un fenomeno acustico altrimenti spiegabile, visto che la possibile polarizzazione del suono è una scoperta recentissima.

La Città del Sole

Una città fortezza a quote mai osate prima, a strapiombo sulla sottostante foresta, forse ad imitazione della non lontana San Leo, ma molto più ardita, ad oltre 1200 metri d'altezza, una vera sfida agli elementi, una roccaforte naturale inespugnabile per le sue pareti verticali su tutti i lati, al punto che il sentiero per arrivare in cima dev'essere ricavato a suon di mazza e scalpello dalla roccia viva, ed è tuttora l'unico modo per arrivare sulla sommità del monte.

Forme geometriche perfette, linee spezzate e grande dovizia di angoli acuti nelle cinte murarie, lotti edificabili modulari, piazze centrali aperte sui principali edifici pubblici. Questo l'ambizioso progetto del giovane Cosimo de' Medici.

Si legge dalle cronache dell'epoca:
"Il Sasso è luogo della massima importanza perché è elevatissimo e inespugnabile, e perché sta sui confini del piviere di Sestino, del duca d'Urbino, dei conti Giovanni e Ugo di Carpegna, del conte Carlo di Piagnano, della Chiesa e di Rimini e perché chi vi edificasse un castello, come un leone fortissimo potrebbe annientare tutti gli altri castelli e luoghi circostanti senza timore di attacchi. In caso di timor di guerra è possibile specialmente di notte far segnali a Montauto di Perugia, al monte di Assisi, a Recanati, a Sassoferrato e a molte altre terre della Chiesa: in una notte si arriva di rocca in rocca a trasmettere il segnale fino a Roma e di lassù è anche possibile vedere molti luoghi della Dalmazia".

Si avvia l'immane opera: si iniziano a gettare le fondamenta delle case per accogliere i previsti 300 abitanti, le osterie, le casematte, il forno, le carceri, le grandi cisterne per l'acqua (quella principale, incredibilmente, è ancora lì piena d'acqua), la bottega del fabbro, i granai per mille staia di grano, il salnitraio e le salaie, il deposito delle farine, il palazzo del provveditore, l'armeria, l'arsenale, il tribunale, le stalle. Inoltre la chiesa, il palazzo del capitano con la cancelleria, gli edifici per l'acquartieramento dei soldati, la sala delle torture, le torri, le mura perimetrali, i depositi per le munizioni, i ricoveri per l'artiglieria, i magazzini per i viveri.

Si fabbricano in loco mattoni e tegole, si squadrano le pietre, si scava la roccia, si forgiano cardini e serrature, si fabbricano gli armamenti.

I lavori non si fermano neanche con l'inverno: una carovana di uomini, carri e buoi, carichi di pesantissimi pezzi d'artiglieria, arriva appositamente da Arezzo. Spossati dal viaggio e dal freddo, i buoi che trainano i carri, con un ultimo immenso sforzo,giungono quasi in cima al monte, scivolano sulla neve gelata e travolgono il resto della retrostante spedizione. Precipiteranno tutti nel vuoto in un'orrenda carneficina.

Purtroppo l'utopistico progetto nasceva già obsoleto in partenza.
Troppo costoso rispetto all'effettiva utilità, quando ormai le guerre si combattevano e risolvevano in campo aperto per il mutare di tattiche e armamenti, l'esito positivo di tale ambiziosa costruzione avrebbe dovuto suscitare qualche dubbio.

Il primo gruppo formato da una decina di soldati fu mandato a presidiare la fortezza nel dicembre 1573.

Quella che fu in seguito definita "La piccola glaciazione", un inasprimento del clima che porterà ad un abbassamento generale della temperatura su tutto il pianeta, era appena agli inizi. Le estati si accorceranno. Gli inverni diverranno più lunghi e rigidi: sarà la causa della totale distruzione dei raccolti, di un disastro che metterà in ginocchio la montagna per secoli. Sarà la fame più disperata e la perdita di un terzo della popolazione.

Soltanto per poco qualche audace resistette ancora nella città: dieci anni dopo la sua costruzione, l'ardita fortezza era totalmente abbandonata.

Le strutture andarono incontro ad un rapido deterioramento e nel 1674 la città era già totalmente diroccata: ne fu decretato lo smantellamento per il recupero dei materiali. Molti di questi li possiamo tutt'ora vedere nelle costruzioni del circondario e sulle facciate di qualche antica costruzione. Del poco rimasto la natura avrebbe presto fatto giustizia: vento, freddo, neve, ghiaccio ed erba cancelleranno rapidamente il sogno del giovane principe fiorentino.