BORGO VELINO (RI)


Comune

Distanze: 100 km da Roma

Altitudine: 460 m

Borgo Velino è un paese di fondovalle confinante con Antrodoco, tra il MonteTerminillo ed il Monte Nuria, a 22 Km da Rieti e 35 circa dall'Aquila.

E' attraversato dalla Via Salaria e dalla ferrovia Terni-Sulmona.

I suoi abitanti si chiamano "borghettani", perchè fino all'inaugurazione della linea ferroviaria, avvenuta alla fine del 1800, il suo toponimo era Borghetto.

Ha origine medioevale: il Marchesi, lo storico di Cittadacale vissuto nel 500, scrive che fu costruito nel 1300 a seguito della distruzione di alcuni castelli vicini, tra i quali Forcapretola, forse l'odierna Collerinaldo, l'unica frazione del Comune di Borgovelino.

Le ultime ricerche archeologiche sostengono che sia stato costruito sui ruderi della romana Interocrea.

I suoi monumenti più importanti sono:
il Ninfeo dei Flavi, la Fontana cinquecentesca di Piazza Umberto I, la Casa del Pezzola, la Chiesa di S. Dionigi, il Convento di S. Francesco e la Chiesa di S. Matteo.

Impostato su due strade parallele con asse trasversale centrale (che prende il nome di via degli otto cantoni), Borgo Velino è caratterizzato da un forte addensamento di abitazioni, cinta murarie ad angoli arrotondati (esempio francese: Rabastens, 1306) e una grande porta turrita sull’asse centrale in direzione di Rieti, il capoluogo di Provincia. Tale impostazione urbanistica si può ricondurre a quello che era lo stile urbanistico angioino.

Nella piazza centrale, su cui si affacciano edifici del XV e XVI secolo, sorgono la torre di recente costruzione, la porta di accesso all’abitato e la casa del Brigante Pezzola.

La chiesa parrocchiale di San Matteo, situata nel cuore del paese e consacrata dal vescovo di Rieti nel 1787, mostra una pianta centrale animata da cappella radiale con pregevoli stucchi.

Di notevole interesse è la chiesa dei SS. Dionigi, Rustico ed Eleuterio detta anche di S. Antonio.

La costruzione che sorge poco fuori dall’abitato, sulla riva sinistra del fiume Velino, è databile al sec. XII ma conserva elementi ornamentali del VII e VIII secolo: si tratta di frammenti scultorei murati in facciata tra i quali una lastra con dedica alle ninfe di Diana.

Probabilmente questa chiesa sorge sui resti di un antico tempio dedicato alla dea della caccia.

Il maggior storico dell’arte reatina, Cesare Verani, attribuisce l’opera a Dionisio Cappelli di Amatrice e la fa risalire agli anni 1511-22, confutando le ipotesi della Mortari che vuole gli affreschi di pittori viterbesi.

Gli affreschi della chiesa di S. Antonio sono presso il museo civico di Borgo Velino perché attualmente la chiesa è in restauro, ma presto saranno riallocati al loro antico posto.

La più antica notizia che riguarda i suoi arcipreti è del 1380, quando D. Giovanni di Cecco Stornuglie compare in un rogito notarile come teste.

E’ possibile effettuare delle escursioni presso il convento di San Francesco (1400 circa), edificio ormai in via di ristrutturazione che sorge nei pressi di un antico ninfeo di epoca romana formato da un muro in laterizio su cui si aprono tre nicchie.

Recenti studi hanno dimostrato che questo muro era la parte finale di una grande villa romana.

L’attività industriale di Borgo Velino, nonostante i suoi pochi abitanti, è una realtà da ormai diversi anni.

Le castagne in primo luogo hanno fornito lo spunto per la nascita di una Cooperativa.

Grazie ad essa i famosi Marroni Antrodocani vengono esportati in tutto il mondo.

Non solo le castagne, ma anche l’industria del legno è ben avviata, soprattutto nella produzione di mobili.

Attualmente sono presenti diverse falegnamerie che garantiscono numerosi posti di lavoro.

Ci sono poi diverse imprese familiari di tipo agricolo ed anche una graziosa e ben avviata industria di ceramiche.